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Stiamo lavorando su tre livelli per giungere ad una soluzione che possa garantire la convivenza con lupi e orsi nell’arco nelle Alpi
Lo ha annunciato il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, ricordando i colloqui dello scorso ottobre a Bruxelles.
In quell’occasione era emerso che la Convenzione di Berna, che garantisce la tutela massima alle specie animali a rischio di estinzione, consente agli Stati membri di avere margini di manovra per gestire al meglio gli eventuali problemi di convivenza con l’uomo.
“L’Italia – ha detto Kompatscher – sino ad ora non ha utilizzato questa opportunità per motivi sostanzialmente politici” ma il territorio altoatesino, “estremamente antropizzato”, ne avrebbe bisogno.
Per “arrivare ad elaborare un piano di management dei grandi predatori presenti sul nostro territorio”, ha spiegato Kompatscher nei giorni scorsi, a Bruxelles si chiede una revisione dei livelli di tutela, e a Roma “di consentire l’elaborazione dei piani di management dei grandi predatori o in alternativa di delegare le competenze in materia alla Provincia”.
Kompatscher ha spiegato di “avere incontrato interlocutori disposti ad ascoltare le nostre ragioni” e si è dichiarato “ottimista” per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi.
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Grosseto, 17 dicembre 2017 - Problema predazioni in Maremma: gli allevatori del Comitato Pastori d'Italia si incontreranno lunedì all'auditorium di via Cavour a Firenze con una delegazione di allevatori provenienti da varie province della Toscana e da altre Regioni.
La presidente del Comitato Pastori d''Italia, Mirella Pastorelli, sentiti gli allevatori, ha ritenuto opportuno organizzare questa assemblea invitando associazioni, politici e assessore all'Agricoltura della Regione Toscana, perché in quella sede sarà consegnato un documento con richieste concrete al fine di cominciare a risolvere il problema alla radice.
Mirella Pastorelli del Comitato Pastori d'Italia
"Il Comitato - si legge in una nota - è di nuovo basito nel leggere che associazioni che nascono come funghi continuano a dare palliativi agli allevatori, come sta succedendo adesso con i 100 cani da guardiania, animali addirittura con supporto gratuito medico veterinario e alimenti, pensando di risolvere cosi il problema. L'appello da parte degli allevatori è di non cadere in certi tranelli, soldi pubblici che si continuano ad investire in modo sbagliato lasciando il problema irrisolto.
Anzi le nostre campagna diventeranno grandi gabbie per le pecore e non più frequentate dai turisti perché terrorizzati da questi enormi cani.
Pertanto - continua la nota formata da Mirella Pastorelli - non solo non si risolverà il problema, ma si andrà a crearne altri. L'appello degli allevatori è di non cadere in certi tranelli sono solo palliativi che non portano risultati, anche il Comitato può accedere ai fondi europei stilando un progetto per poi concedere delle banali soluzioni agli allevatori, ma questo non è nel suo intento in quanto sa benissimo che così facendo il problema predazione non sarà più risolto, pertanto con grande tenacia porta avanti le richieste più volte annunciate. Ultimo appello - dice la Pastorelli: le battaglie si vincono tutti uniti. E' perfettamente inutile andare soli nelle sedi regionali e ministeriali perché è questo quello che vuole la politica la disgregazione perché solo così può dare da una botta di qua e una di là lasciando il problema irrisolto".
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Berna, 28.09.2017- Secondo gli Stati per lottare contro il predatore bastano le proposte formulate dal Consiglio federale in agosto
La Convenzione di Berna, trattato internazionale che si prefigge di salvaguardare la vita selvatica, lupo compreso, non va denunciata. Per lottare contro questo predatore bastano infatti le proposte formulate in merito dal Consiglio federale in agosto.
È l'opinione del Consiglio degli Stati che ha bocciato, con 23 voti contro 10 e 7 astenuti, una iniziativa cantonale del Vallese.
Nella revisione parziale della legge sulla caccia presentata dall'esecutivo si prevede che la Confederazione rinegozi la Convenzione di Berna, affinché il lupo venga declassato da "specie assolutamente protetta" a "specie protetta".
La modifica legislativa finirà presto sui banchi del Parlamento. A quel momento la commissione potrà valutare il progetto e, se necessario, correggerlo. L'iniziativa vallesana è quindi diventata superflua, ha sostenuto il relatore commissionale Werner Luginbühl (PBD/BE).
La possibilità di sopprimere gli esemplari che causano problemi esiste già, ha poi ricordato Didier Berberat (PS/NE). Prima di prendere decisioni "radicali", lasciamo il tempo necessario al governo per rinegoziare la Convenzione, ha aggiunto il neocastellano.
Da parte sua, Robert Cramer (Verdi/GE) ha ricordato che la Convenzione di Berna concerne centinaia di animali. "È da irresponsabili denunciarla solo perché una specie causa problemi", ha sostenuto il ginevrino.
Il lupo causa danni considerevoli e non c'è, in Svizzera, alcuna regione abbastanza estesa per accogliere il lupo in modo da soddisfare le sue necessità, ha replicato Beat Rieder (PPD/VS).
Dall'approvazione della Convenzione nel 1980 sono successe molte cose, nessuno all'epoca pensava che il lupo arrivasse in Svizzera e causasse così tanti problemi, ha aggiunto l'altro "senatore" vallesano Jean-René Fournier (pure del PPD). Circa la richiesta di rinegoziazione, ha ricordato che una proposta analoga della Svizzera era già stata respinta nel 2006 dal comitato permanente della Convenzione di Berna.
Come detto, la richiesta di rinegoziare la Convenzione figura nella revisione della legge sulla caccia presentata in agosto dall'esecutivo. Questa si rifà a una precedente mozione del consigliere agli Stati Stefan Engler (PPD/GR) adottata dal parlamento in marzo.
L'atto parlamentare mira a istituire le basi legali per regolare le popolazioni di lupi prima che nascano grossi conflitti. Sarà così introdotta la possibilità di regolare le popolazioni, per permettere una coabitazione meno conflittuale con gli esseri umani.
Attualmente soltanto gli animali isolati possono essere abbattuti. La nuova legge prevede la possibilità di uccidere animali protetti - oltre al lupo, il governo ha incluso lo stambecco e il cigno reale, cui potrebbero aggiungersi a seconda dell'esito dei dibattiti il castoro e la lince - quando generano conflitti, provocano danni ingenti o rappresentano un pericolo concreto per l'uomo, nonostante le misure di prevenzione.
I Cantoni non dovrebbero essere obbligati a dimostrare che vi è stato un danno concreto e saranno pienamente competenti di intervenire, previa consultazione con l'Ufficio federale dell'ambiente.
fonte Ticino News (www.ticinonews.ch)
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Venerdì 15 settembre a partire dalle 18.30 si accenderanno in molti paesi dell’Europa centrale fuochi di solidarietà e di protesta per rendere attenti sul problema dell’espansione sfrenata dei lupi e degli altri grandi predatori, che pregiudicano la tradizione secolare della pastorizia e dell’alpeggio. Anche diversi paesi nostri vicini come Germania, Francia, Italia, Austria e Spagna hanno aderito a questo appello.
In diversi cantoni svizzeri avranno luogo almeno 15 falò di solidarietà (vedi articolo precedente) e nel canton Grigioni l’«Associazione territorio senza grandi predatori/GR» ha contribuito all’organizzazione di almeno 3 falò e cioè:
Cantone |
Luogo |
Ora |
Organizzazione |
Contatto |
GR |
Alpe Sassiglion Poschiavo |
19.30 |
Ass. per un Territorio senza Grandi Predatori, Sez. Grigioni |
Hans Russi 081 844 01 41 |
GR |
Pany* im Prättigau |
19.30 |
Vereinigung Lebensräume ohne Grossraubtiere Graubünden |
Rico Calcagnini 081 328 24 78 |
GR
|
Zafrauser Fluh, Maladers |
19.30 |
Fam. Roman Nicolay, Maladers |
081 253 32 05 |
Invitiamo soci, simpatizzanti e interessati a partecipare a questo evento e dimostrare così la loro solidarietà con coloro che sono colpiti dal problema del lupo, in crescita soprattutto nelle regioni di montagna del nostro paese.
(vedi anche comunicato stampa della nostra Associazione mantello «Territorio svizzero senza grandi predatori»)
*A Pany il falò ha luogo vicino al Güggelstein, nelle zona presso il ristorante della stazione a valle dello skilift.
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Berna, 8 settembre 2017 - La Confederazione non può più continuare a chiudere gli occhi di fronte alle crescenti preoccupazioni della popolazione di montagna. Coloro che sono coinvolti si mobilizzano in campo europeo contro la politica fallimentare dei grandi predatori. I falò di solidarietà e denuncia (vedi prossima pagina) mandano un segno al Consiglio d’Europa, affinché intraprenda finalmente i passi necessari per regolare i lupi e in generale i grandi predatori.
L’Associazione per un territorio svizzero senza grandi predatori (ATsenzaGP-CH) valuta l’intenzione del Consiglio federale di allentare la protezione assoluta del lupo come passo necessario per indirizzare sulla giusta via la politica di gestione dei grandi predatori in Svizzera. La richiesta di riduzione dello stato di protezione del lupo (Convenzione di Berna datata 1979!) deve essere inoltrata al Consiglio d’Europa a Bruxelles al più presto e senza attendere la metà del 2018. Nel 2006 quest’ultimo aveva rifiutato una simile richiesta, ma dopo undici anni la problematica è ben cambiata. La nostra Associazione ritiene urgentemente necessaria questa revisione legislativa.
L’Associazione continua a reputare che la disdetta della Convenzione di Berna sia la via migliore per risolvere la problematica. Il relativo mandato il Consiglio federale l’ottenne nel 2010 con l’approvazione da parte delle due Camere federali della mozione Fournier «Revisione dell’articolo 22 della Convenzione di Berna».
Parallelamente si deve approvare con sollecitudine l’adattamento della legge sulla caccia, includendo anche l’approccio comprendente le zone libere da lupi, in particolare per quanto concernono le zone abitate e di estivazione, da realizzare quali misure complementari. Il relativo messaggio è stato trasmesso dal Consiglio federale alle Camere il 23 agosto u.s..
Nella serata del 15 settembre 2017 in campo europeo saranno accesi dei falò di solidarietà e di denuncia. Con ciò i proprietari di animali da reddito colpiti dal problema dei grandi predatori, unitamente alla popolazione che si sente coinvolta, lanciano un appello comune contro la diffusione incontrollata dei lupi e dei grandi predatori in generale. Le sezioni cantonali della nostra Associazione invitano tutti – persone di montagna e di campagna, di città, tenitori di animali, politici, persone alla ricerca d’informazioni – a essere, al lume dei falò, meglio informate e sensibilizzate sulle conseguenze dell’espansione dei grandi predatori nell’arco alpino e a discutere sulle possibili soluzioni.
Tutti gli interessati sono invitati ai “falò di solidarietà”, elencati nella prossima pagina.
Altre informazioni:
Co-Presidenti Associazione Svizzera per un Territorio senza Grandi Predatori:
Georges Schnydrig /Tel. 078 736 62 58
Germano Mattei /Tel. 079 428 40 59
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