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Il 10 febbraio infatti gli urani si esprimeranno su un’iniziativa in favore della tutela da grandi predatori. Un sì è quasi certo, scrivono i media svizzero-tedeschi.

La proposta in votazione mira a introdurre nella Costituzione cantonale delle misure per proteggere da queste bestie e regolarne il numero di esemplari presenti sul territorio. Un obiettivo con cui l’associazione dei contadini urana è riuscita a raccogliere oltre 3.000 firme (sulle 600 necessarie).

Già oggi, in ogni caso, il Cantone può muoversi attraverso disposizioni per proteggere puntualmente la popolazione da lupi e compagnia bella. In realtà, quindi, gli effetti concreti dell’iniziativa non sarebbero dirompenti. Se l’iniziativa dovesse essere accettata, in pratica non cambierebbe nulla.

D’altra parte le norme federali in materia di grandi predatori – che regolano ad esempio dove e quando è possibile abbattere lupi che hanno provocato danni - non lasciano molto margine di manovra ai Cantoni.

Il Parlamento urano ha quindi deciso di appoggiare l’iniziativa principalmente per dare un segnale. Soprattutto perché all’orizzonte si stanno delineando delle possibili modifiche delle disposizioni nazionali sulla caccia. Modifiche che porterebbero, appunto, maggiore autonomia ai singoli Cantoni.

Lupo ucciso nel canton Uri nel 2016 (immagine RSI)

Il Vallese, il Ticino e i Grigioni seguono con trepidazione

In questi cantoni infatti l’Associazione per un territorio senza grandi predatori e molto attiva. «Un chiaro sì darebbe impulso positivo anche alle nostre richieste», è il parere di Georges Schnydrig, copresidente dell’associazione a livello nazionale recentemente citato dalla «Neue Zürcher Zeitung».

Tra i contrari alla presenza del lupo e altri animali potenzialmente pericolosi molte speranze sono riversate nella revisione della legge federale sulla caccia. A giugno, a Berna, il Consiglio degli Stati ha preso delle decisioni che hanno soddisfatto molti rappresentanti dei Cantoni alpini. 

Attualmente infatti la legge dà la possibilità di abbattere solamente singoli animali che hanno causato ingenti danni. Secondo Schnydrig, un sì popolare all’iniziativa urana dovrebbe portare anche il Consiglio nazionale ad accogliere un allentamento delle disposizioni in materia.

Sem Genini, segretario dell’Unione contadini ticinesi e della sezione ticinese dell’Associazione per un territorio senza grandi predatori: «Pieno sostegno»

"Sosteniamo pienamente i colleghi urani ed un sì" - conferma  Sem Genini al Corriere del Ticino, "sarebbe certamente un bel segnale e darebbe ancora più forza alle nostre rivendicazioni sui grandi predatori. Almeno vedremo da che parte sta la popolazione urana in primis e poi ciò potrebbe anche servire da spunto per lanciare qualcosa di simile anche nel nostro cantone".